Intervista a GIANLUCA TESTA, ALLENATORE DEI GRUPPI UNDER 13 E UNDER 14 PER CLUB76 GOLD PLAY ASTI.
Come ti sei avvicinato al mondo del Volley?
Ho conosciuto il mondo della pallavolo tramite amici e una piccola Società Sportiva vicino a casa mia.
C’è una figura di riferimento, un modello a cui ti ispiri nel tuo lavoro?
Prendo spunto da tanti allenatori diversi, anche di altri sport, soprattutto dal punto di vista metodologico.
Sono le giocatrici a doversi adeguare alle richieste del Tecnico oppure è il Tecnico che deve cucire la propria squadra in base alle caratteristiche delle atlete?
Questa è una domanda a cui non è facile rispondere. Penso che siano giuste entrambe le cose, siamo noi allenatori a dover trovare la giusta ricetta.
Cosa rende uniche le tue squadre?
Per le Atlete dell’Under 14 direi l’unità del gruppo, raramente ho trovato un gruppo così affiatato. Per il gruppo Under 13 direi invece la loro capacità di migliorare il modo di stare in palestra da metà stagione in avanti.
Segui da solo la preparazione della squadra o sei affiancato da qualche collaboratore?
Siamo tre allenatori nello Staff, oltre a me ci sono Christian e Pietro e devo dire che si è creata una buona unione d’intenti e l’affiatamento ci ha aiutato a gestire i problemi e superare e sdrammatizzare tante difficoltà. Fondamentali sono anche i preparatori atletici Gabriele e Andrea, entrambi molto preparati. Poi se posso aggiungere una cosa, da nuovo arrivato, mi sono sentito molto supportato dalla Società in tutte le sue figure.
Quali sono i principi su cui si fonda il tuo allenamento?
In tre parole: ritmo, intensità e concentrazione.
Che cosa cerchi in una squadra?
Prima di tutto lo stare bene insieme in palestra, nel senso di lavorare e divertirmi, e con entrambi i gruppi sono stato fortunato. Per la crescita di un atleta la continuità nel lavoro settimanale è fondamentale, anche se poi ovviamente gli occhi e il giudizio di tutti sono sulla partita. Noi allenatori invece dobbiamo riuscire a scindere le due cose, il risultato (che per carità è importantissimo, se no per cosa giochiamo?) e la crescita delle giocatrici, e molto spesso le due cose vanno di pari passo.
Che cosa ti dà più soddisfazione nel tuo lavoro di allenatore?
Vedere crescere nelle giocatrici la consapevolezza dei propri mezzi. Questo significa che sono state fatte delle scelte giuste e che il metodo di lavoro impostato dal Tecnico è corretto. Noi allenatori dobbiamo fornire alle giocatrici gli strumenti utili e insegnare loro quando e come usarli.
Cosa ti piacerebbe lasciare alle tue squadre?
Mi piacerebbe restassero loro l’impegno e la determinazione nel raggiungere i risultati e la capacità di saper affrontare le vittorie e le sconfitte con la consapevolezza che entrambe non sono definitive. Sarà sempre ciò che faremo noi a portarci a una o all’altra!
Hai un rito scaramantico che ripeti prima di ogni partita?
Una cosa sola, ma più che un rito scaramantico è un antistress durante la partita. Ma non ve lo dico…
Qual è stata la tua più grande soddisfazione fino ad oggi?
La prima vittoria pallavolistica importante, ormai un sacco di anni fa, ma soprattutto spero e lavoro per togliermi ancora molte soddisfazioni. Poi non nascondo che mi faccia molto piacere il rapporto con tante mie ex atlete e la stima reciproca.
Progetti per il futuro? Hai un sogno nel cassetto?
Di progetti ne ho tantissimi… Il sogno è come il rito scaramantico, lo tengo per me!
C’è un messaggio che vorresti lanciare alle tue squadre?
Prima di ogni stagione o di ogni incontro abbiamo di fronte sempre una pagina bianca e siamo sempre noi a scriverla!