Intervista a DAVIDE ANZALONE, PRIMO TECNICO DEL GRUPPO UNDER 12 E SECONDO TECNICO DEL GRUPPO SERIE D PER CLUB76 GS PINO VOLLEY.
Come ti sei avvicinato al mondo del Volley?
Sono un ex giocatore di pallavolo, ho iniziato l’esperienza delle giovanili e successivamente ho giocato anche in Serie.
C’è una figura di riferimento, un modello a cui ti ispiri nel tuo lavoro?
Nell’ambito della pallavolo le figure di riferimento sono state, e rimarranno per sempre, due miei allenatori. Due figure fondamentali che hanno contribuito decisamente affinché mi innamorassi di questo splendido sport: Totò Faraci e Osvaldo Oprandi.
Sono le giocatrici a doversi adeguare alle richieste del Tecnico oppure è il Tecnico che deve cucire la propria squadra in base alle caratteristiche delle atlete?
Credo che fare l’allenatore sia uno dei ruoli più complessi, a mio avviso la risposta sta all’interno delle due ipotesi. Un allenatore deve avere la straordinaria capacità tecnica e caratteriale di riuscire in primis a saper “cucire” la squadra in funzione delle caratteristiche di ogni atleta, non solo quelle di natura tecnica, e nel contempo avere la capacità di far comprendere le proprie richieste al gruppo evitando contrasti interni e riuscendo a trasmettere tecnica, interesse, ma soprattutto passione… Credo proprio che la passione sia uno degli ingredienti principali in questo sport!
Cosa rende unica la tua squadra?
Per quanto riguarda la squadra che alleno come primo Tecnico, il 2012, direi l’ingenuità e la caparbietà, la voglia di apprendere e la simpatia che contraddistingue le atlete. Tutte caratteristiche che aiutano notevolmente l’allenatore nel proprio lavoro.
Segui da solo la preparazione della squadra o sei affiancato da qualche collaboratore?
Attualmente purtroppo non è presente un secondo allenatore con cui collaborare, spero si riesca ad averlo a breve. Nel complesso comunque tutto lo staff di Club76 riceve un ottimo supporto tecnico da parte dei Responsabili delle giovanili, che grazie al loro contributo professionale ci permettono di migliorare continuamente la tecnica, la gestione dei gruppi e ci trasmettono le nuove metodologie della pallavolo contemporanea, che sono in continua evoluzione.
Quali sono i principi su cui si fonda il tuo allenamento?
Essendo ragazze piccole, mi dedico ad insegnare le basi essenziali della tecnica della pallavolo, lavorare sui fondamentali, ad andare oltre la semplicità di certi esercizi, coinvolgendole continuamente nel lavoro in palestra. Cerco di renderle attive, di trasmettere loro la passione che nutro per questo sport, anche attraverso la comunicazione verbale, oltre che tecnica del “saper fare” in palestra.
Hai un rito scaramantico che ripeti prima di ogni partita?
In realtà non ho un rito scaramantico particolare, mai avuto.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione fino ad oggi?
La più grande soddisfazione è stata verificare come, nell’arco di pochi mesi, queste piccole atlete siano riuscite a gestire le basi di un sistema di gioco in campo. Cominciare a giocare, riuscire a gestire i “tre tocchi”, renderle pian piano più dinamiche: sono tutte piccole cose che ti fanno capire che stai facendo un buon lavoro, anche se la strada da fare è ancora molto lunga.
Progetti per il futuro? Hai un sogno nel cassetto?
Continuare a fare l’esperienza dell’allenamento, non solo nell’ambito delle giovanili. Continuare ad imparare facendolo, perché c’è sempre da imparare. Nell’ambito di questo sport c’è sempre la possibilità di conoscere persone nuove, colleghi tecnici e atlete/i, da cui apprendere e con cui confrontarsi continuamente.
C’è un messaggio che vorresti lanciare alle tue squadre?
Non arrendersi mai! Qualunque caduta, ostacolo possa accadere, nello sport come nella vita, va affrontato. La curiosità e la voglia di imparare devono contraddistinguere l’atleta: questo tento di comunicare ogni giorno alle mie giocatrici!