Intervista a CHRISTIAN BALZO, ALLENATORE SERIE D E UNDER 18 PER CLUB76 GOLD PLAY ASTI.
Come ti sei avvicinato al mondo del Volley?
Ho iniziato con i corsi di minivolley nel periodo universitario per l’esigenza di avere un’entrata economica. L’ingresso nel mondo del volley lo devo a Stefano Gay che, se non sbaglio nel 2006, mi ha coinvolto come suo collaboratore.
C’è una figura di riferimento, un modello a cui ti ispiri nel tuo lavoro?
Mi piace copiare un po’ da tutti i professionisti che incontro lungo il mio percorso. Sperimentando scelgo cosa tenere, cosa scartare e cosa eventualmente adattare al mio metodo di allenamento.
Sono le giocatrici a doversi adeguare alle richieste del Tecnico oppure è il Tecnico che deve cucire la propria squadra in base alle caratteristiche delle atlete?
Direi che ci vuole un bel mix, riuscire a trovare il giusto equilibrio è la parte più dura del nostro lavoro.
Cosa rende unica la tua squadra?
Passare il tempo con le Atlete è molto gratificante. Ciò che le rende uniche è sapere che ogni giorno le troverò tutte in palestra: indipendentemente dalla posizione in classifica, non mollano di un centimetro. Siamo davvero orgogliosi di questo!
Segui da solo la preparazione della squadra o sei affiancato da qualche collaboratore?
Non scherziamo! Sarei completamente perso senza i collaboratori con cui condivido gli allenamenti: Pietro, Gianluca, Gabriele, Andrea N., ma soprattutto il team manager Andrea A. che sopporta con saggezza i miei sbalzi d’umore…
Quali sono i principi su cui si fonda il tuo allenamento?
Credo molto nella “cultura delle ripetizioni”, corrette ovviamente. Volume, volume e ancora volume.
Hai un rito scaramantico che ripeti prima di ogni partita?
Sono troppo disordinato per seguire un rituale.
Qual è stata la tua più grande soddisfazione fino ad oggi?
Vedere il frutto del mio lavoro quando osservo le Atlete compiere gesti su cui abbiamo lavorato tanto. La crescita individuale è il mio obiettivo principale.
Progetti per il futuro? Hai un sogno nel cassetto?
Ne ho una valanga, però preferisco concentrarmi sul presente.
C’è un messaggio che vorresti lanciare alla tua squadra?
Ripropongo una frase del gigantesco Julio Velasco: “La prima vittoria che propongo ai miei giocatori, e che mi pongo io stesso, è battere un nemico terribile, anche perché si nasconde e non lo vogliamo mai affrontare. E questo avversario sono i nostri limiti, i nostri difetti, le cose che non ci vengono bene, che non ci piacciono. Questa è la prima vittoria, se non si vince questa gara non c’è miglioramento, non c’è qualità”.